Anni 20

Nel 1918 il Genio Marina, venendo incontro alle esigenze dello Spezia che non può continuare a giocare in Piazza d’Armi, concede il terreno di Viale Fieschi, dove sorge il primo impianto spezzino. Lo stadio viene intitolato ad Alberto Picco, primo capitano e marcatore spezzino, caduto in guerra sul Montenero.
La guerra è finita e nel 1919-20 lo Spezia si aggiudica il raggruppamento ligure del Campionato di Promozione; accede così alla prima divisione mentre, sempre nel 1920, adotta la maglia bianca al posto di quella celeste. All’esordio nella massima serie gli aquilotti si piazzano al terzo posto alle spalle di Andrea Doria e Genoa. Nella stagione ‘22-’23 il Picco viene squalificato per un anno in seguito ad incidenti occorsi durante Spezia-Genoa: sugli spalti scoppiano tafferugli che continueranno anche al di fuori dell’impianto mentre l’arbitro Crivelli è costretto a prendere il treno a Sarzana. La punizione è esemplare e lo Spezia è costretto a girovagare in altri stadi per un anno intero. Alla fine del campionato saranno necessari ben due spareggi col Derthona per la permanenza in prima divisione; a Genova lo Spezia, con oltre 2mila tifosi al seguito, si salva grazie al 3-2 nella seconda partita (la prima era terminata 0-0). Da segnalare, in questa stagione, la vittoria sul neutro di Casale Monferrato contro la Juventus: 1-0, gol di Rossetti II. Due anni dopo arriva la prima retrocessione.
In seconda divisione lo Spezia domina ma a causa di cambiamenti nella formula dei campionati, pur risalendo in prima divisione, non si trova nella massima serie in quanto al di sopra di tale categoria viene istituita, a partire dalla stagione 1926-27, la Divisione Nazionale. Più o meno la stessa cosa accade nel 1928-29 quando lo Spezia vince il proprio girone ma è ancora “vittima” di una riforma dei campionati per cui accede alla nuova categoria: la Serie B. Il ‘28-’29 è comunque una stagione da ricordare perché tutte le compagini del girone vengono battute dai bianchi al Picco. Successivamente lo Spezia batte il Parma, finalista dell’altro girone (Monfalcone e Lecce rinunciano), guadagnando il titolo di campione italiano di Prima Divisione; il capocannoniere è De Manzano con 20 reti.

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