Lo Scudetto

Nella stagione 43/44 i campionati di calcio non possono che essere influenzati dalla guerra. L’Italia è letteralmente divisa in due dalla cosiddetta Linea Gotica, il fronte di guerra a nord del quale si trovavano i nazifascisti con gli americani attestati nella parte meridionale della penisola, per cui gli spostamenti diventano difficili e rischiosi se non addirittura impossibili per le squadre del sud. Lo Spezia perde giocatori importanti che, a causa della guerra, trovano altre sistemazioni: Costanzo e Castigliano vanno alla Biellese, Carapellese al Casale, Borra alla Pro Patria. Ci sono però anche degli arrivi di spessore: Angelini e Tori dal Livorno, Viani dal Genoa, Gramaglia dal Napoli, Tommaseo e Rostagno. L’allenatore è sempre Ottavio Barbieri.
La Federazione suddivide le squadre in undici raggruppamenti secondo un criterio geografico e lo Spezia viene inserito nel girone D con Suzzara, Fidenza, Parma e Busseto. Gli aquilotti adottano un escamotage: cedono in prestito tutti i giocatori ai Vigili del Fuoco della Spezia e questa si rivelerà una mossa azzeccata perché permetterà loro di avere facilità nei movimenti durante la guerra. Pur disputando una partita in meno lo Spezia domina il girone. Si passa alle semifinali. Anche qui lo Spezia si impone con disinvoltura; su sei partite una sola sconfitta (a Carpi) e poi tutte vittorie.
La fase successiva è quella decisiva per arrivare alle finali in programma a Milano. Vista la rinuncia di Lucchese e Montecatini, non resta che affrontare in un doppio confronto il forte Bologna di Biavati. La prima sfida si gioca in terra emiliana. La squadra di Barbieri, schierata con il consueto mezzo sistema, resiste agli attacchi dei padroni di casa e al 79’ minuto di gioco passa addirittura a condurre con un contropiede finalizzato da Rostagno. Un gol pesante che viene contestato dal pubblico bolognese. Si verificano incidenti, la partita è sospesa con conseguente 2-0 a tavolino in favore degli aquilotti. Il ritorno si dovrebbe giocare a Spezia ma, visto che la nostra città in questo periodo è martoriata dai bombardamenti, si propone il campo neutro di Carpi. A mandare tutto all’aria è la squalifica del campo bolognese per gli incidenti dell’andata: il presidente rossoblu Dall’Ara non presenta la squadra per protesta con conseguente 2-0 a tavolino. Lo Spezia è ammesso alle finali di Milano cui accedono, oltre agli aquilotti, il Venezia ed il grande Torino.
Il 9 Luglio del 1944, dopo una notte di bombardamenti, si disputa Spezia-Venezia. I neroverdi sono un’ ottima squadra ma lo Spezia passa in vantaggio nella prima frazione con Tori. Nella ripresa arriva il pareggio veneto grazie ad un gol di Astorri. Finisce 1-1 e la Gazzetta dello Sport parla di un risultato sorprendente.
Si arriva così alla sfida del mito, quella di domenica 16 Luglio 1944 all’Arena di Milano contro il grande Torino. I granata sono una squadra fortissima, probabilmente una delle più forti al mondo in quell’epoca. Per l’occasione sono allenati Vittorio Pozzo, Commissario Tecnico della nazionale italiana, e in attacco sono rinforzati da Piola. Ecco le formazioni schierate dai due tecnici:

Spezia: Bani, Persia, Borrini; Amenta, Gramaglia, Scarpato; Rostagno, Tommaseo, Angelini, Tori, Costa.
All. Barbieri
Torino: Griffanti, Cassano, Piacentini; Loik, Ellena, Gallena; Ossola, Piola, Gabetto, Mazzola, Ferraris II.
All. Pozzo

Per capire forza di quel Torino basti pensare che quasi tutti i suoi giocatori facevano parte della nazionale italiana. Lo Spezia invece oppose il cosiddetto “mezzo sistema”, uno schema tattico innovativo per quei tempi ideato proprio da Ottavio Barbieri, che prevedeva un giocatore alle spalle dei tre difensori: nasceva il ruolo di “libero”. Dopo quindici minuti di gara, combattuti ed equilibrati, lo Spezia passa in vantaggio: il centravanti spezzino Angelini si libera al tiro e sorprende il portiere torinista Griffanti.Il Torino si scuote e cerca con insistenza il pareggio che arriva grazie a Piola: 1-1. Ma proprio all’ultimo minuto del primo tempo Angelini, ancora lui, scambia con Costa e realizza il gol che riporta in vantaggio i bianchi.Nella ripresa il Torino si butta rabbiosamente in avanti grazie ai suoi uomini di classe: Piola, Gabetto e Ferraris le provano tutte ma il portiere aquilotto Bani è insuperabile. Una nota a parte la merita Mario Tommaseo, l’uomo incaricato di marcare il grande Valentino Mazzola: ad un quarto d’ora dalla fine, in un contrasto, si frattura un piede ma resterà in campo fino alla fine con Mazzola che non riesce ad approfittarne ed in pieno recupero colpisce la traversa con un gran destro dalla distanza. E per lo Spezia è il trionfo: 2-1 il finale.Per concludere il girone a tre manca l’ultima partita tra Torino e Venezia. I granata tornano grandi e si impongono per 5-2. I Vigili del Fuoco della Spezia sono campioni d’Italia.

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